L’annata 2021 del mais italiano è ormai entrata nelle fasi conclusive e, dalle prime impressioni, è stata tutt’altro che facile. La prolungata siccità in molti areali al Nord Italia infatti ha colpito duramente le piante in campo durante i momenti decisivi per la produzione di granella e trinciato, con il risultato che le prime stime ipotizzano cali di resa che oscillano notevolmente, a macchia di leopardo, sul territorio. In Emilia-Romagna, ma anche in alcuni areali del Veneto, addirittura si ipotizza una flessione dei raccolti del 30-40%. Nel Bresciano la riduzione del raccolto è stimata tra il 5 e il 10%.
Nonostante un’annata quindi decisamente complessa, il mais in campo a Mais Domani, ormai vicino alla raccolta, sembra essere assolutamente promettente dal punto di vista produttivo.

Confronto tra ibrido di classe 500 con fertilizzazione azotata in copertura (a sinistra) e ibrido testimone non fertilizzato (a destra)
“Il merito – commenta Amedeo Reyneri, docente dell’Università di Torino e responsabile scientifico del progetto – va sicuramente alla disponibilità irrigua ma anche alla cura delle piante durante l’intero ciclo di sviluppo. Già ora, a pochi giorni dalla raccolta, sia nei 500 sia nei 600, è possibile apprezzare una decisa differenza tra le parcelle fertilizzate con strategie innovative rispetto al testimone non fertilizzato, così come si percepisce una differenza di vigore e stay green delle piante nelle tesi con diversa densità di semina”.
A confermare queste impressioni sarà ovviamente la “pesata” dei raccolti nelle varie parcelle, prevista dopo la metà di settembre.