La coltivazione del mais è di primaria importanza per le filiere produttive di eccellenza nazionali. Dopo un periodo in cui questo ruolo è stato spesso misconosciuto, tale importanza è ora ampiamente riconosciuta e sottolineata a più riprese negli incontri e nei convegni a tutti i livelli.
Tuttavia, questa coltura permane in una condizione di criticità dovuta a una generale perdita di competitività causata da una serie di fattori concomitanti, tra cui: alti costi di produzione, rese produttive instabili, se non in riduzione a causa di andamenti meteorologici avversi e sempre più frequenti per il cambiamento climatico in atto, presenza di parassiti più aggressivi (diabrotica), rischi sanitari (micotossine) non sempre gestibili, riduzione progressiva dei presidi fitosanitari, crescenti vincoli agro-climatico-ambientali. Ritrovare competitività è però possibile e lo strumento principe è l’innovazione agrotecnica e genetica.
Per questo Mais Domani è stato organizzato per valutare e quantificare la portata delle innovazioni proposte sul mercato, ponendo rigorosamente a confronto le soluzioni per offrire indicazioni operative puntuali agli operatori.
Risultati nell’Isola Genetica e Concia
La sperimentazione condotta in un areale di buona fertilità e su terreni vocati alla maiscoltura ha registrato livelli produttivi medi di 13,8 t/ha per gli ibridi di ciclo breve e di 16,1 t/ha per gli ibridi di ciclo pieno (grafico 1).
Non si sono osservate differenze produttive tra le classi di precocità FAO 500, 600 e 700; tra questi gli ibridi a ciclo intermedio si sono caratterizzati per pesi ettolitrici mediamente più elevati, mentre il contenuto in proteine delle granelle delle varietà tardive è risultato superiore.
Gli ibridi di ciclo FAO 200 e 300 si sono caratterizzati da un rapido sviluppo iniziale, manifestando un vigore di partenza misurato alla levata come indice vegetativo NDVI del 15% superiore agli ibridi di ciclo pieno. Il sistema colturale basato sulla coltivazione degli ibridi precoci ha aumentato l’efficienza dell’uso dell’azoto e dell’acqua irrigua, come si osserva dall’incremento degli indici NUE e IWUE.
La concia biostimolante ha permesso su entrambi gli ibridi con differente precocità un più rapido sviluppo vegetativo della coltura e un maggiore vigore in levata, con conseguenti vantaggi produttivi, compresi tra 8% e 11% rispetto alla sola concia fungicida (grafico 3).
Risultati nell’Isola Diserbo
Sono state poste a confronto 11 tesi in altrettante parcelle di cui 1 testimone non diserbato, 3 miscele in pre emergenza, 2 miscele in post-emergenza precoce, 2 in post-emergenza convenzionale, 2 tesi con solo controllo meccanico mediante sarchiatura ripetuta due volte alla 3ª – 4ª foglia e poi alla 7ª – 8ª foglia. La popolazione presente era prevalentemente costituita da infestanti a foglia larga (Galinsoga parviflora, Amaranthus spp., Solanum nigrum e Acalypha virginica) e secondariamente da quelle a foglia stretta (Setaria spp., Cyperus esculentus, Sorghum halepense prevalentemente da seme).
Il contenimento più efficace e prolungato è stato offerto dai trattamenti in pre-emergenza e quindi in post-emergenza precoce (grafico 4), mentre la sola sarchiatura ha permesso un elevato controllo ma limitato alla piena levata. Le miscele in post-emergenza, come atteso a fronte di una infestazione precoce prevalentemente di amaranto e acalifa, hanno manifestato un elevato controllo ma non hanno impedito una iniziale azione competitiva di queste malerbe sulla coltura.
Come atteso, i soli trattamenti di sarchiatura hanno permesso di ottenere un ottimo controllo tra le file, ma l’effetto competitivo delle infestanti sulla fila è stato comunque assai marcato. Tutto ciò ha influenzato la produzione di granella rispetto alle tesi diserbate con le diverse strategie, che non hanno evidenziato differenze significative tra loro, la sola sarchiatura o l’assenza di interventi di controllo ha fatto registrare una riduzione rispettivamente del 9% e del 27%.
Il confronto tra le miscele in prova non ha evidenziato differenze apprezzabili, né riguardo il controllo delle principali infestanti presenti né di fitotossicità sulla pianta di mais. L’applicazione della sarchiatura di precisione, in grado di operare in prossimità delle piante di mais non ha evidenziato vantaggi significativi, così come la combinazione di un trattamento in pre-emergenza con la sarchiatura.
Risultati nell’Isola Densità di semina
Sono state poste a confronto 12 tesi sperimentali in altrettante parcelle confrontando diverse combinazioni di densità e modalità di semina. La produzione di granella si è avvantaggiata della maggiore densità con un incremento pari al 7% rispetto a quella inferiore, sebbene la dimensione media della spiga delle singole piante sia risultata inferiore a causa della maggiore competizione tra le stesse piante di mais.
La modalità di semina ha posto in luce che la migliore spaziatura tra piante ottenuta con la modalità DeltaRow® ha portato a un incremento dell’indice vegetazionale (NDVI) che segnala una minore sovrapposizione delle lamine fogliari, tuttavia la produzione di granella non si è differenziata rispetto alla semina con interfila convenzionale, così come il peso del seme e il peso ettolitrico (dati non riportati) e la dimensione della spiga.
La migliore disposizione delle piante influenza però i risultati produttivi ad alte densità di semina: infatti l’incremento della resa dovuto al maggior investimento aumenta passando dalla modalità di semina convenzionale, a quella di precisione a quella DeltaRow® (grafico 6). Pertanto, si conferma che la spaziatura che riduce la competizione tra le piante diventa sempre più rilevante al crescere della densità di piante.
Risultati nell’Isola Nutrizione
Nell’Isola della Nutrizione sono state messe a confronto 7 tesi di concimazione, in accordo con l’impiego di differenti tipologie di concimi e soluzioni alternative a un trattamento convenzionale che ha previsto la distribuzione solo in copertura di 300 unità di azoto con l’impiego dell’urea. Un primo trattamento ha previsto la sostituzione di metà dell’apporto con concime chimico con la distribuzione di liquame bovino distribuito con coltivatore-iniettore combinato (Mainardi MD209) che ha preparato il terreno per la semina e iniettato il liquame in una passata unica. Si è provveduto inoltre a ridurre del 20% la dose complessiva di azoto distribuita con l’impiego di concimi a lenta cessione dell’elemento nutritivo con inibitori della nitrificazione o dell’urea (Eurochem).
Sono inoltre state considerate tecniche di fertilizzazione maggiormente volte a incrementare lo sviluppo iniziale della coltura, con interventi esclusivamente in pre-semina di concimi a lento rilascio o l’adozione di concimazione starter nel solco di semina. Per poter effettuare una valutazione attenta dell’efficienza nell’uso dell’azoto è stato previsto un testimone non concimato. La distribuzione prima o al momento della semina ha favorito un miglior vigore vegetativo iniziale della coltura, evidente allo stadio di emissione delle foglie e confermato allo stadio di. Rispetto al trattamento convenzionale con l’apporto di azoto esclusivamente in copertura, la distribuzione prima della semina utilizzando liquame o un concime a lenta cessione, ha determinato una riduzione della produzione di granella rispettivamente del 3% e 5% (grafico 7).
L’impiego di concimi in copertura a lenta cessione ha permesso il mantenimento degli stessi livelli produttivi della tesi convenzionale con un minor apporto dell’elemento nutritivo, determinando un aumento dell’efficienza dell’uso dell’azoto del 32%. L’apporto di parte dell’azoto complessivo in presemina o al momento della semina, diminuendo la quota distribuita in copertura ha favorito un maggior peso ettolitrico nella granella, ma ha determinato una riduzione del contenuto in proteine nella granella.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 39/2021
Mais Domani: sinergia possibile tra produttività e sostenibilità
di M. Blandino, L. Michelon, D. Della Torre, A. Merli, A. Papa, S. Bellini, A. Reyneri
L’articolo completo è disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale